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Reddito di cittadinanza: quali sanzioni penali e quali critiche alla misura?

Quali sono le sanzioni penali che si può incorrere nelle false dichiarazioni del reddito di cittadinanza?

Quali sono le critiche che possono essere sollevate a questa misura?

Vediamo assieme la risposta a queste domande in questo post.

Si è parlato tanto in questo periodo del reddito di cittadinanza e molti si sono mossi facendo carte false ( cambi di residenza, separazioni fasulle ecc) pur di ottenerlo.

Il principio alla base del reddito di cittadinanza sarebbe quello di combattere la povertà favorendo una misura utile ad assicurare un livello minimo di sussistenza, incentivando la crescita personale e sociale dell’individuo.

A mio avviso sotto questo aspetto ci sarebbe molto da discutere perché il reddito di cittadinanza può essere anche un incentivo a non lavorare . In Italia pare che vi sia , infatti, un sistema che “punisce” i lavoratori ed in particolar modo le aziende e i liberi professionisti arrivando ad una tassazione del 70% se non oltre mentre chi non ha nulla da perdere fa il brutto e cattivo tempo.

Pensiamo ad un soggetto che magari vive di truffe a cui è stata data la casa popolare e non ha una attività lavorativa e mai ha lavorato: questo soggetto potrebbe persino usufruire del reddito di cittadinanza ed essere premiato.

E’ un sistema che può mandare in cortocircuito l’intero sistema e può essere strumento per sottrarre denaro ai contribuenti e a chi ne ha davvero bisogno di questa misura perché si è trovato, non per sua colpa, in condizioni disastrose.

Prescindendo dal fatto che questa misura è stata di fatto uno strumento politico per fini elettorali v’è anche da dire che il decreto legge del 28 gennaio 2019 n. 4 ha previsto sanzioni nel caso dei furbetti. Vengono, infatti, previste sanzioni penali, istituendo nuove figure incriminatrici prevedendo che : “ salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque al fine di ottenere indebitamente il Rdc, rendo o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni” L’Illeceità della condotta parte dal fatto di aver presentato documenti infedeli al fine di ottenere il beneficio indipendentemente dal fatto se poi si sia ottenuto o meno. Insomma non si distingue tra colui che ha provato ad ottenere il Rdc o colui che vi sia riuscito.

Non credo che tale norma sia però di fatto un deterrente così come è accaduto per il gratuito patrocinio, in buona sostanza.

Anche in questo caso si prevedono sanzioni per false attestazioni ma di fatto si assiste a situazioni di richiedenti che magari hanno acquistato macchine nuove ( non si sa con che reddito) o postano foto su facebook di loro in vacanza e poi riescono a rientrare nel gratuito patrocinio.

Ed anche se, tra tanti, qualcuno dovesse subire un processo e quindi venire scoperto di fatto se la potrebbe cavare, nel peggiore dei casi, con una sospensione condizionale della pena e quindi con un nulla di fatto senza poi pensare di poter recuperare il maltolto perché a chi non ha nulla intestato nulla si può togliere.

A mio avviso sono particolarmente critico contro queste misure non perché non ritenga giusto aiutare quelle persone che si sono trovate in difficoltà ma solo perché sono terreno fertile per i furbetti.

Una lotta alla povertà si potrebbe fare creando posti di lavoro, incentivando le aziende ad assumere ecc. perché l’affamato lo salvi insegnandogli a pescare e non regalandogli il pesce.

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