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Mamma tu compri soltanto profumi per te…con l’assegno di mantenimento

Mamma tu compri soltanto profumi per te…con l’assegno di mantenimento

Mamma tu compri soltanto profumi per te, cantava Renato Zero in una canzone di qualche anno fa.

Ma se la mamma se li compra con i soldi del mantenimento cosa si può fare?

Prima di tutto chiariamo come si calcola l’assegno di mantenimento.

Assegno di mantenimento, come si calcola

Sicuramente uno dei motivi di maggior litigio nelle separazioni riguarda il lato economico ed in particolare modo l’assegno di mantenimento.

La legge non dà una quantificazione economica precisa ma detta alcuni parametri per la quantificazione del predetto assegno.

Prima di tutto l’assegno deve essere proporzionale al reddito del genitore a cui viene imposto l’obbligo e va determinato considerando:
– le risorse economiche di entrambi i genitori
– Il tenore di vita goduto dal figlio prima della separazione
– le esigenze del figlio
– i tempi di permanenza del minore presso ciascun genitori

Al di là di questioni e richieste formali quali l’accertamento della polizia tributaria sui redditi del coniuge e la possibilità da parte del giudice di ricercare i beni di questi con modalità telematiche accedendo alla Agenzia delle

Entrate, di fatto questo metodo rare volte troverà applicazione pratica nei Tribunali ove si tende più a dare provvedimenti standard e non approfondire oltre.

Proprio per questo alla prima udienza presidenziale, in sede di separazione, il Presidente del Tribunale procederà con i provvedimenti provvisori urgenti sulla base delle prove che verranno portate in quella sede ma, si badi bene,

che sarà molto difficile, poi, far modificare dal giudice istruttore quei provvedimenti ed in particolare quello economico.

E’ obbligatorio, prima di tutto, produrre la dichiarazione dei redditi degli ultimi tre anni che costituirà la base su cui basare il criterio di massima di liquidazione e determinazione dell’assegno di mantenimento: si terrà conto,

pertanto, dello stipendio mensile percepito, delle proprietà immobiliari e del provento magari di eventuali affitti ecc.

Altra considerazione riguarda, appunto, l’assegnazione della casa coniugale e il numero dei figli a carico.

Le tabelle dei Tribunali

Alcuni Tribunali hanno predisposto dei modelli appositi per la determinazione dell’assegno di mantenimento che di massima si aggira su 1/4 del reddito e considerato l’assegnazione della casa familiare all’altro coniuge:

ovviamente è un criterio che non può essere preso per buono in linea generale ma va contestualizzato al caso concreto: si pensi se, ad esempio, sulla casa grava ancora un mutuo che magari continua a pagare il marito.

Quindi volendo indicare criteri di massima potremmo dire che nel caso di un figlio il calcolo dell’assegno di mantenimento è pari al 25%; per due figli il 40%.

A ciò si dovranno aggiungere le spese straordinarie poste a carico di entrambi i coniugi nella misura del 50% anche se possono essere ripartite in misura diversa.

L’unica possibilità di evitare di versare il contributo al mantenimento per i figli è nel trovare un accordo ove si stabilisca una permanenza paritaria, in un arco temporale determinato, del figlio: solo questa ipotesi potrà giustificare

la non indicazione di una cifra nell’atto di separazione.

Ora che hai capito come si può calcolare l’assegno di mantenimento vediamo cosa si può fare se l’assegno non viene usato per i figli o quantomeno non interamente.

Spesso chi versa l’assegno di mantenimento ha la sensazione e, a volte, qualcosa di più che quell’assegno non vada a coprire interamente i bisogni del minore e che controparte li spenda per i suoi bisogni.

Non rare sono le situazioni del genitore collocatario che magari percepisce un cospicuo assegno di mantenimento e quindi fa la bella vita in quanto con quei soldi ci mantiene lei ed il figlio.

Pensiamo a delle famiglie benestanti con alto reddito dove magari è stato imposto un assegno di 5000 euro o più al mese.

Ma anche in situazioni in cui il reddito è minore può accadere la stessa cosa: tutto sta se l’altro genitore si accontenta e fa rientrare il tutto nelle spese dell’assegno preferendo non lavorare.

Posso prendere la rendicontazione delle spese?

Proprio per questo motivo un cliente pretendeva, ritenendo che vi fosse lo sviamento dell’importo dell’assegno di mantenimento per finalità del tutto estranee al suo scopo, che la moglie gli fornisse, mensilmente, il resoconto

delle spese sostenute per il figlio a prova che quella somma era stata spesa, appunto, per gli scopi per cui era stata imposta.

Ebbene l’obbligo di rendicontazione non sussiste e non può essere preteso perché non vi è una norma che prevede tale obbligo.

Come mi debbo comportare?

Quello che si può fare in questi casi è agire in Tribunale lamentando l’eccessività dell’emolumento in proporzione delle effettive necessità del minore e quindi ovviamente, di conseguenza, dando per provato lo sviamento della

restante somma.

In pratica si deve fare una azione per revisione dell’assegno offrendo la prova dei propri assunti, prova sicuramente non facile da dare ma comunque azione possibile.

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