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Bigenitorialità in difesa dei padri separati.

Parliamo di bigenitorialità e come ciò può essere utile ad un padre separato.

Assistendo i padri separati ti posso dire che la bigenitorialità è un principio fondamentale per costruire una valida difesa ed è anche, personalmente, un criterio su cui credo molto.

Stai vivendo una separazione e quello che ti è capitato, alla fine, è ritrovarsi più povero, andare a lavorare ogni giorno e fare lotta con i conti che non tornano mai per dare quell’assegno di mantenimento a cui non corrisponde nemmeno la gioia di poter stare un tempo sufficiente con i figli.

È il tempo che manca, che viene centellinato per poi ritrovarsi i figli grandi e guardarsi indietro e prendere atto che il piacere di non aver potuto vedere crescere i figli, anche se non per tua colpa, te lo sei perso.

Eppure si parla tanto di bigenitorialità ma sempre più una parola in voga che un passo verso un riconoscimento concreto dei diritti del padre in tema di separazione.

Ho una buona notizia da darti: non è così!

Prima di entrare nel caldo del tema debbo dirti che quando si parla di assistenza di padre separati non è mai una passeggiata e quindi ogni decisione sia processuale che non va presa previa attenta riflessione.

Ma veniamo alla bigenitorialità e te lo voglio spiegare con un esempio concreto.

La storia di Marco e come la bigenitorialità è stata applicata

Marco (nome di fantasia per tutelare la privacy della persona) era stato condannato dal Tribunale di Firenze, nella udienza presidenziale, un contributo al mantenimento pari ad euro 350 mensili vedendosi tra l’altro molto ristretto il suo diritto di visita. A ciò si aggiungevano le non poche spese straordinarie a cui Marco doveva contribuire.

Non vi era ragione, però, di giustificare una permanenza limitata della figlia in quanto il padre, per il tipo di lavoro che esercitava, poteva disporre ampiamente di momenti liberi, anche durante la settimana, per trascorrere con la figlia.

Tra l’altro la figlia, dopo che i genitori avevano deciso di separarsi e nell’attesa della udienza presidenziale, aveva frequentato molto il padre

Marco non ci sta e propone reclamo avverso quella ordinanza ingiusta e lo fa proprio in virtù di quel principio di bigenitorialità che tanto viene osannato ma poco concretamente applicato.

Inoltre, per Marco è impossibile sostenere quelle spese anche in quanto, nella situazione in cui si trova anche le 100 euro fanno la differenza.

Ecco che il caso giunge dinanzi la Corte d’Appello di Firenze adita in sede di reclamo.

E proprio in quella sede Marco fa valere il principio alla bigenitorialità, al fatto che un padre ha diritto di crescere e frequentare i propri figli al pari di una madre e che questo diritto è a tutela prima di tutto di una crescita serena della minore già colpita da questo evento traumatico.

La Corte di Appello di Firenze dava ragione a Marco aumentando sia i tempi di permanenza tra padre e figlia sia diminuendo l’assegno a 230 euro mensili.

Il punto focale su cui Marco ha agito è stata proprio la sua maggiore disponibilità a stare con la figlia in perfetta coerenza con il bisogno di genitorialità equilibrata e tendenzialmente paritaria che va riconosciuta alla minore.

La decisione della Corte di Appello sulla bigenitorialità

La Corte affermava quindi che “non emergono, né sono state convincentemente allegate, controindicazioni sotto il profilo educativo o logistico che suggeriscano di limitare l’accesso del padre alla minore “.

Per quanto riguarda la riduzione dell’assegno la Corte stabiliva che: “l’incremento del mantenimento diretto derivante dalla nuova regolamentazione sopra disposta (in pratica alla madre restano da trascorrere con la figlia soltanto 4 giorni in più rispetto al coniuge), nonché l’analisi sommaria delle entrate e dei costi riferibili a ciascuno dei genitori ed, infine, la stima realistica dei presumibili costi di gestione della bambina, suggeriscono di ridurre a 250,00 €/mese, oltre al 50% delle spese straordinarie, il contributo che il padre deve versare alla madre.”

Questo è un esempio di come il principio della bigenitorialità possa essere garanzia dei diritti del padre, sempre nell’interesse del minore, e come può portare a non incrinare quel rapporto tra padre e figli che spesso una separazione e, diciamolo, anche il parlar male del coniuge separato da parte dell’altro coniuge in presenza dei figli spesso comporta.

Se c’è un principio su cui bisogna fare le battaglie per i padri separati è proprio quella dello bigenitorialità.

E’ una parola in voga ma spesso, all’atto pratico, non applicata.

Si mettono i figli alla mercè degli assegni di mantenimento quali merce di scambio come se il diritto di visita potesse essere barattato con denaro.

Non riesci a pagarmi il mantenimento? Allora non vedi i figli!

Non mi paghi le spese straordinarie? Allora non vedi i figli!

Spesso a ciò si aggiungono anche le false denunce: se vuoi approfondire ti invito a guardare uno dei video che ho fatto sull’argomento.

Molti padri vivono queste situazioni e come l’esempio di Marco ci ha mostrato bisogna lottare per far valere i propri diritti e soprattutto i diritti dei propri figli, perchè il non applicare la bigenitorialità danneggia prima di tutto i minori.

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e sarò lieto di ascoltarti e difenderti nel migliore dei modi

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