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Il figlio l’ho fatto io e decido IO!

Il figlio l’ho fatto io e decido io!! Ma è davvero così?

Può un genitore ed in particolare il genitore collocatario prendere esclusivamente le decisioni nell’interesse del figlio?

Non nascondiamoci dietro un dito.

Quando ci si separa, a parte i rari casi di separazioni consensuali e definite in armonia, i genitori tendono a farsi la guerra l’un l’altro per vendicarsi dei torti subiti negli anni.

Nel mezzo a questa guerra dei Roses vi sono quasi sempre i figli che diventano ostaggi delle angherie dei genitori e strumento di scambio.

Se non mi dai tot di assegno non ti faccio vedere il figlio.

Ho deciso di mandare nostro figlio ad equitazione e te devi pagare le spese sennò non sei un buon padre ed è bene che tuo figlio sappia che se non può fare sport è per colpa tua. Ecc.

È proprio su quest’ultimo aspetto che voglio porre l’attenzione post e cioè voglio rispondere ad una domanda frequente:

Chi prende le decisioni riguardanti i figli?

La risposta è abbastanza facile in quanto vige la regola, nel nostro ordinamento dell’affidamento condiviso.

Essendo l’affidamento condiviso la regola ciò si tramuta nel fatto che ambedue i genitori debbono decidere, congiuntamente, nell’interesse del figlio ed in caso di disaccordo si deve ricorrere al giudice.

Quindi torniamo al caso del bimbo che vuole fare equitazione. Questa decisione andrà presa di comune accordo con una precisazione.

Poiché qui si tratta di sport e quindi di spese straordinarie se un genitore fosse contrario ad iscrivere il bimbo ad equitazione non vi sarebbe un proprio divieto ad iscriverlo ma quello che accadrebbe è che le spese di tale attività ricadrebbero interamente sul genitore che ha deciso di iscriverlo senza il consenso dell’altro.

Diverso, invece, il caso della scelta della scuola in quanto se non vi è accordo si dovrà necessariamente ricorrere in Tribunale.

È ovvio che la scelta della scuola a differenza di quella sportiva, che comunque può avere una incidenza nel diritto di visita, non può essere imposta né decisa unilateralmente.

Tutto bello ma passando dalla teoria alla pratica si assiste spesso ad una situazione in cui il genitore collocatario e cioè il genitore che di solito passa più tempo con il figlio, pian piano riesce a condizionare questa scelta arrivando così a dire che la scelta è del figlio e non propria.

Comportarsi in questo modo è ovviamente controproducente per il figlio stesso ma qui entra in gioco tutta una serie di rancori personali ove si arriva a danneggiare inconsapevolmente il figlio pur di renderla difficile all’altro ex. Coniuge.

Mi ricordo un film interpretato da Beppe Fiorello in cui si parlava appunto di ciò che debbono subire i padri separati, i genitori di serie B.

Non esistono, giuridicamente, i genitori di serie A e genitori di serie B e l’affidamento condiviso ha sancito questa parità.

Da Avvocato però con oltre 20 anni di esperienza posso dire, senza ordine di smentita, che la realtà è ben diversa perché per opporsi a queste ingiustizie a queste decisioni prese unilateralmente si deve lottare contro i mulini a vento, ove i mulini sono i Tribunali ed il vento le interpretazioni troppo ampie che la legge lascia al giudicante e quando si riesce spesso si arriva troppo tardi.

Quindi come dicevo non ci nascondiamo dietro un dito e diciamo le cose come stanno. Questo però equivale a maggiore consapevolezza e non certo si deve tramutare in resa perché un genitore deve sempre lottare per i propri diritti e soprattutto per quelli a tutela dei propri figli.

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