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Prestiti ai privati. Situazione e consigli

Negli ultimi tre mesi si è registrata una lieve ma incoraggiante ripresa del c.d. “prestito al consumo”, ovvero della forma di finanziamento dedicata ai privati. Si parla di incrementi minimi (lo 0,1% rispetto al dato di settembre), ma pur sempre indicativi che qualcosa si sta muovendo nell’erogazione di credito alle famiglie. L’abbattimento del costo del denaro operato dalla BCE sta, seppur lentamente, cominciando a sortire l’effetto sperato, posto che i tassi d’interesse applicati al settore del private banking oscillano dal 3,18% (per il credito finalizzato) all’8,97% (per il credito al consumo fino ai 75.000 euro, con durata massima di 10 anni), in confronto agli stessi indicatori dei mesi precedenti, pari, rispettivamente, al 3,27% e al 9,24%. Da questo consegue una maggiore attenzione delle famiglie verso la possibilità di richiedere prestiti che in ogni caso dovrebbero essere valutati con estrema attenzione, sia per quanto riguarda le disponibilità di rimborso del finanziamento, che per la disamina delle offerte proposte dai soggetti eroganti. Tutto ciò può risultare particolarmente macchinoso, ma è un passaggio indispensabile per non rischiare di compromettere pesantemente la situazione finanziaria personale. In Rete è possibile trovare molte informazioni e utili strumenti per il calcolo simulato del prestito personale. Prima di richiedere un prestito, come visto, è necessario avere ben chiara la situazione del bilancio familiare. A tale fine, si consiglia di annotare, per un buon numero di mesi, le spese ricorrenti (bollette, affitto, rata del mutuo, spese condominiali, uscite legate all’alimentazione, il vestiario, l’istruzione, le spese mediche, etc), conservando ricevute e scontrini. Poi, va calcolata la media mensile di tali costi e questo valore va sottratto dalle entrate mensili (anche queste conteggiate come media, quindi considerando anche tredicesima e quattordicesima). In tal modo, sarà possibile determinare il margine di risparmio che può essere impiegato per rimborsare un finanziamento personale, conservando comunque una quota di tale “reddito extra” alle spese impreviste. Oltre a questo, va conteggiato il costo complessivo del finanziamento, valutando il tasso di interesse annuo (TAN) applicato dall’istituto di credito – o dalla società finanziaria erogante – e, in particolare, il TAEG (“Tasso Annuo Effettivo Globale”). Quest’ultimo rappresenta il costo reale complessivo del finanziamento e comprende tutto, dagli interessi alle spese e gli oneri accessori legati alla pratica. A questo punto, inizia il vero e proprio “slalom” tra le infinite offerte di prestiti personali, dove vanno considerati la tipologia del piano di rimborso (a rate costanti, crescenti, con opzione di modifica della rata, o di posticipazione del rimborso della stessa e allungamento del piano di rientro), la durata del finanziamento e, ovviamente, l’importo della rata e il costo complessivo della concessione del credito. Inoltre, vanno attentamente vagliate anche le diverse opzioni di credito al consumo, come, ad esempio, le carte di credito – revolving (rateale) o con opzione (si rimborsano le rate in un’unica soluzione) -, nonché altre forme di prestiti dedicati alle famiglie. Riccardo Marchetti

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