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Come il FURBO può bloccare il licenziamento

Come  potrà il furbo bloccare il licenziamento?

Vediamolo in questo post

La procedura di contestazione disciplinare

Noto è quale sia la procedura da parte del datore di lavoro nel caso il lavoratore commetta delle infrazioni del codice disciplinare.

Meno noto è però che, qualora vi sia stato motivo di contestazione disciplinare e vi sia sentore di licenziamento, il lavoratore furbo ha degli strumenti per correre ai ripari.

Infatti, il datore di lavoro non può licenziare immediatamente il lavoratore ma deve instaurare il procedimento disciplinare ai sensi dell’art. 7 dello Statuto dei Lavoratori.

Pertanto questi dovrà, prima di tutto, inviare una contestazione disciplinare, sempre che abbia affisso il codice disciplinare in azienda altrimenti la sanzione potrà essere dichiarata nulla, e dare almeno 5 giorni di tempo per permettere al lavoratore di difendersi dalle accuse.

Il furbo blocca licenziamento

La falsa malattia

Spesso, una volta ricevuta la raccomandata di contestazione o meglio sapendo che la contestazione arriverà il lavoratore si mette in malattia producendo relativo certificato.

Ora se è vero che vi è della giurisprudenza che in caso di licenziamento avvenuto durante la malattia si possa anche valutare se la stessa sia da valutarsi come pretestuosa o meno potendo quindi ritenere valida la risoluzione del rapporto, è anche vero che licenziare in costanza di malattia è rischiosissimo.

Ma se il lavoratore ha, nei 5 giorni e seppur in malattia risposto alla contestazione il datore di lavoro potrà comunque provvedere al licenziamento.

Ed è proprio per questo motivo che il lavoratore furbo non darà le spiegazioni nei 5 giorni ma invierà una racc.ta sottolineando la sua volontà di essere sentito personalmente e quindi specificando di voler dare le sue giustificazioni in quella sede.

In questo modo il furbo potrà bloccare il licenziamento.

Essendo però in malattia l’audizione dovrà avvenire necessariamente una volta che la stessa sarà cessata e pertanto, in questo modo, il lavoratore riuscirà a bloccare la procedura sino a che non sarà “guarito”.

Il licenziamento, una volta intimato, decorrerà comunque dalla data di inizio della contestazione disciplinare e non dalla data di invio della lettera di risoluzione e sotto questo aspetto una sorta di tutela viene data anche alla parte datoriale.

Quindi il datore di lavoro anche se di fatto potrà inizialmente farsi il sangue amaro in realtà non avrà conseguenze pratiche da questo comportamento sempre che il licenziamento sia giustificato.

Dall’altro lato della medaglia vi sono poi i datori di lavoro che usano pretestuosamente lo strumento della contestazione disciplinare a cui il lavoratore potrà opporsi proprio nei 5 giorni dovuti per legge.

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