Sono Fabrizio Bartolini e sono il titolare dello Studio di cui stai visitando il sito.
Ora ti spiego perché ho deciso di assistere i padri separati.
Oltre vent’anni fa quando ho iniziato a svolgere la professione forense, ispirato da quel senso di giustizia e dalla voglia di farla valere che lo studio universitario ti porta, ho iniziato a seguire i miei primi casi, le mie prime separazioni.
Spesso il compito era facile quando si assisteva la moglie, con figli minorenni ma il difficile era assistere i padri.
Ovviamente non si può generalizzare perchè mi è capitato, di frequente, anche di difendere mogli maltrattate, vittime di violenza che avevano subito le più gravi angherie dai propri mariti: queste situazioni però non rientrano nella normalità e quindi esulano da questo discorso.
Mi sono accorto che quella giustizia che spesso si dà per scontata sui testi di studio non trovava riscontro nei Tribunali.
Vigeva un pregiudizio nei Tribunali e cioè che la madre fosse comunque il genitore sempre da preferire. Il padre era visto come colui che doveva lavorare e pagare, sempre pagare e solo pagare le spese.
Ogni altro piacere per il padre, quale quello di stare con i propri figli era messo in secondo piano, piacere che per la madre era quasi scontato e che il padre pagava profumatamente.
Pian piano, mi sono sempre più interessato alla figura del padre separato in quanto sicuramente soggetto più debole in una separazione e maggiormente bisognoso di tutela.
Ti debbo dire, subito, che ho usato in precedenza il verbo al passato ma, ad oggi, la situazione nei Tribunali non è mutata: si parla molto di bigenitorialità ma sono tutti concetti che rischiano di rimanere sulla carta se non si attua una assistenza completa e preventiva.