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Bastano 30 minuti per commettere il reato di abbandono di minori

Bastano 30 minuti per commettere il reato di abbandono di minori

Questa settimana voglio porre l’attenzione su una sentenza del Tribunale di Trento – la sentenza n. 150/2018 sez penale – che mi è capitato di leggere in questi giorni e che sottolinea come troppo spesso alcuni genitori sorvolino con troppa superficialità sulla responsabilità che loro incombe nei confronti dei figli.
E’ una realtà che ho vissuto personalmente, quale padre di un minore di 13 anni, proprio questa estate in cui a quell’età i figli iniziano a chiederci di ritrovarsi con degli amici.
Nella mia zona uno dei punti di ritrovo è il Mac Donald’s e ero rimasto stupito come alcuni genitori degli amici di mio figlio abbandonassero i loro figli per andarli a riprendere poi ad un orario stabilito in quanto, al di là della fiducia che un genitore può dare al figlio, in quel caso si commette anche un reato.
Ed è ciò che è accaduto ad un genitore reo di aver lasciato per trenta minuti da soli i suoi due figli piccoli, uno di 3 anni e uno di 9 anni, bloccati dentro la vettura del papà: circostanza che gli è valsa una condanna a 4 mesi di reclusione.
In pratica la famiglia era andata in vacanza per un week-end in una località turistica del Trentino.
Una mattina il capofamiglia parcheggia la vettura, lasciando lì la moglie, la figlia più grande e i due figli piccoli, per prendere l’attrezzatura da sciatore. Quando però l’uomo ritorna, ad attenderlo trova i carabinieri, che gli chiedono spiegazioni sulla presenza nell’automobile dei due bambini da soli, senza la sorella e senza la madre. Queste ultime, si scopre poi, sono già salite sulla cabinovia e hanno raggiunto il luogo dove è in programma la lezione di sci, e hanno lasciato nella macchina – chiusa – i due bambini, che son rimasti lì ad aspettare il ritorno del padre.Tra l’allontanamento della madre e l’arrivo del padre sono passati trenta minuti in tutto.
E se pur la circostanza pare paradossale visto il poco tempo trascorso in realtà nessun dubbio è possibile, in sostanza, sul fatto che quando «i bambini sono stati ritrovati in auto, nessuno dei genitori era nei paraggi». Difatti, il padre «aveva fatto ritorno al veicolo, senza alcun accordo con la moglie» che «era salita sulla cabinovia con la figlia più grande».
Né può essere usato come esimente il fatto che il figlio più grande potesse avere un cellulare per chiamare i genitori in caso di necessità perché ciò non esclude la messa in pericolo dei due bambini che è la ratio che sta alla base della norma incriminatrice.
E questo concetto può quindi applicarsi in tutte le ipotesi in cui i minori ( la norma parla di minore di 14 anni) siano lasciati a sé stessi in quanto così facendo si mette comunque in pericolo l’incolumità dei minori in quanto non si può dire di essere mai sicuri né certi del comportamento dei propri figli.

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