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CALCOLO DELL’ASSEGNO DI MANTENIMENTO: FACCIAMO CHIAREZZA

CALCOLO DELL’ASSEGNO DI MANTENIMENTO. FACCIAMO CHIAREZZA

Nel complicato e spesso imprevedibile mondo del diritto familiare, il calcolo dell’assegno di mantenimento rappresenta uno dei nodi più delicati e soggetti a interpretazione. Ti invito, se vuoi ancora maggiormente approfondire il tema di guardare i miei video sul canale YOUTUBE

Ho già parlato in un mio articolo di calcolo dell’assegno di mantenimento : Assegno di mantenimento come si calcola

Ma voglio andare ancora più nel profondo di questa tema tanto delicato e che porta molte preoccupazioni in chi si sta separando

L’assenza di norme fisse e chiare su come calcolare l’esatto importo dell’assegno rende questa pratica un viaggio attraverso un territorio in gran parte inesplorato, dove non esistono mappe precise e il percorso è spesso delineato caso per caso, basandosi sull’interpretazione del giudice di turno. Questa incertezza può trasformarsi in una fonte di ansia e preoccupazione per chi si trova ad affrontare una separazione o un divorzio, lasciando molte persone a domandarsi come navigare in queste acque turbolente per raggiungere una soluzione equa ed equilibrata.

Ho ideato, pertanto, per risolvere questo problema e per darti più certezza, questa guida dal taglio prettamente pratico che nasce proprio con l’obiettivo di offrire un faro nel buio, un supporto concreto per chi cerca di orientarsi in questo complesso settore.

Attraverso una serie di step dettagliati, esempi pratici questa guida si propone di demistificare il processo di calcolo dell’assegno di mantenimento, fornendo strumenti e conoscenze per affrontare con maggiore sicurezza e consapevolezza questa delicata fase della vita.

Sebbene la decisione finale spetti sempre al giudice, comprendere i criteri che influenzano tali decisioni può aiutare a prepararsi adeguatamente e, possibilmente, a influenzare l’esito in modo favorevole.

Non mi resta che augurarti buona lettura e spero che quanto apprenderai ti possa davvero essere utile.

Ipotesi di coniugi senza figli con moglie senza reddito

Chiariamo brevemente cosa si intenda per assegno di mantenimento e di conseguenza ponendo le basi per orientarsi nel calcolo dell’assegno di mantenimento

 Dopo la separazione, l’assegno di mantenimento è la somma versata da un coniuge all’altro. Questo può avvenire per accordo, portando a una separazione consensuale, o per ordine giudiziario in assenza di accordo, risultando in una separazione giudiziale. L’obiettivo è fornire supporto finanziario al coniuge che si trova senza mezzi di sostentamento immediati post-separazione. L’importo dell’assegno di mantenimento si basa sul tenore di vita condiviso dalla coppia prima della separazione, consentendo al beneficiario di mantenere una capacità economica simile.

La determinazione dell’assegno prende in considerazione vari fattori, tra cui i redditi degli ex coniugi, le spese individuali, la durata del matrimonio, l’età dei partner, l’assegnazione della casa coniugale, i mutui e altri debiti contratti per il bene familiare. Un aspetto chiave è la potenzialità reddituale del beneficiario: l’assegno può essere negato o ridotto se il beneficiario ha prospettive lavorative o di impiego. Inoltre, il diritto al mantenimento può decadere in caso di comportamenti che violano i doveri coniugali, come l’infedeltà o l’abbandono del tetto coniugale senza giustificato motivo.

Nel contesto attuale, dove la disponibilità di un alloggio rappresenta una risorsa non trascurabile, è fondamentale considerare l’assegnazione della casa coniugale come un elemento chiave in situazioni di separazione, specialmente quando uno dei coniugi non dispone di fonti di reddito proprie.

Questa assegnazione può rappresentare un sostegno economico significativo, paragonabile a un contributo finanziario, dato il risparmio sui costosi affitti che variano, a seconda della zona, tra i 500 e gli 800 € al mese.

Analizzando il caso di un individuo con un reddito mensile medio da 1.200 a 1.600 €, per 13 o 14 mensilità all’anno, e senza ulteriori asset significativi come multiple proprietà immobiliari o depositi bancari di grande valore, possiamo delineare due scenari distinti in termini di sostegno finanziario:

Con l’assegnazione della casa coniugale, l’assegno di mantenimento potrebbe essere calcolato intorno a 1/4 del reddito del coniuge obbligato, oscillando quindi tra i 300 e i 400 € Questo riflette non solo un supporto tangibile per il coniuge richiedente ma anche un equilibrio nei confronti di chi mantiene l’abitazione.

 Assegnazione casa coniugale: ¼

 Senza l’assegnazione della casa coniugale, l’importo del mantenimento potrebbe salire a circa 1/3 del reddito del coniuge obbligato, variando quindi tra i 400 e i 500 €. Questa differenza sottolinea l’impatto economico che l’assegnazione dell’abitazione ha nel contesto di una separazione, offrendo un sollievo significativo nei confronti delle spese abitative.

Senza Assegnazione casa coniugale: 1/3

N.B: eventuali redditi aggiuntivi, come premi annuali o la tredicesima, possono permettere un adeguamento proporzionale dell’assegno di mantenimento, garantendo così una maggiore equità nella sua determinazione.

Attraverso questa analisi, emerge chiaramente come l’assegnazione della casa coniugale possa rappresentare un fattore di sostegno non indifferente per il coniuge senza redditi, offrendo un contributo economico indiretto ma sostanziale, che va ponderato attentamente nel definire l’ammontare dell’assegno di mantenimento.

Ipotesi di coniugi senza figli con moglie con reddito non adeguato (lavoro part time)

Quando ci troviamo di fronte a una situazione in cui un coniuge richiede un assegno di mantenimento, ma possiede redditi propri che non sono sufficienti a garantire un livello di autosufficienza economica adeguato, o a mantenere uno standard di vita simile a quello goduto prima della separazione, diventa cruciale adottare un approccio mirato nell’analisi e nella liquidazione dell’assegno. Questo processo prevede l’esame del divario di reddito tra i coniugi come punto di partenza per il calcolo.

Ad esempio, nel caso di un coniuge che lavora part-time e guadagna 600 € al mese, il calcolo dell’assegno potrebbe procedere come segue:

  1. Con l’assegnazione della casa coniugale, assegno mensile percepito dal marito: 1600 euro da cui va sottratta la somma percepita dalla moglie arrivando ad un netto di 1000 euro su cui poi si calcola ¼ per l’assegno di mantenimento.
  2. Senza l’assegnazione della casa coniugale, il calcolo è il medesimo considerando però 1/3 sul netto

Questa metodologia si presta a essere applicata anche in contesti di redditi più elevati, benché la maggior parte dei casi riguardi situazioni di reddito medio e, di conseguenza, si basi su parametri relativamente uniformi.

Tuttavia, per professioni o condizioni economiche particolarmente disparate, è fondamentale un’analisi più approfondita della situazione patrimoniale e reddituale del coniuge destinatario dell’assegno.

L’indagine dovrà estendersi oltre la mera documentazione fiscale, includendo, in linea con le recenti normative, l’analisi degli estratti conto bancari degli ultimi tre anni, nonché altri elementi rilevanti quali il possesso di veicoli di lusso, disponibilità finanziarie significative, proprietà immobiliari di valore, o la gestione di attività commerciali.

Questo processo consente di delineare un quadro chiaro dello stile di vita pregresso dei coniugi e delle loro attuali capacità economiche.

La determinazione dell’assegno di mantenimento, quindi, pur potendo inizialmente orientarsi verso una quota pari a un quarto o a un terzo del reddito stimato del coniuge obbligato, dovrà essere opportunamente adeguata in considerazione dell’intero contesto patrimoniale, come emerso dalle indagini e dalle evidenze presentate durante il procedimento legale. Questo approccio garantisce una soluzione equilibrata e giusta, che tenga conto delle reali necessità del coniuge richiedente, nel rispetto della capacità economica dell’altro.

 Ipotesi di coniugi con figli senza assegno di mantenimento alla moglie

Nella maggior parte delle situazioni di separazione o divorzio, l’abitazione coniugale viene tipicamente assegnata al coniuge che si assume la custodia dei figli minori.

Questa decisione, pur essendo influenzata da molteplici fattori, riflette l’intento di minimizzare l’impatto del cambiamento sui figli, assicurando loro una continuità nella vita quotidiana. In questo contesto, diventa essenziale esplorare con attenzione le dinamiche relative al mantenimento dei figli e al contributo economico richiesto al coniuge non assegnatario.

È importante sottolineare che, di norma, al coniuge non assegnatario viene richiesto di partecipare al 50% delle spese straordinarie per i figli, un obbligo che implica una condivisione equa delle responsabilità economiche legate a eventi non ordinari nella vita dei minori. Tuttavia, il Tribunale può decidere di modificare questa ripartizione in base alle capacità economiche dei genitori, potendo ad esempio aumentare la quota a carico di uno dei due fino al 60% o al 70%, nel caso in cui esista una significativa disparità di reddito sino a poter mettere interamente le spese straordinarie in capo ad un solo genitore.

Consideriamo ora la regolamentazione dell’assegno di mantenimento dei figli in diverse situazioni, assumendo sempre come esempio un genitore con un reddito mensile medio, compreso tra 1.200 e 1.600 € per 13 o 14 mensilità all’anno:

  1. In presenza di un unico figlio, l’assegno di mantenimento potrebbe essere fissato intorno al 25% del reddito del genitore non assegnatario, oscillando quindi tra i 300 e i 400 €.
  2. Con due figli, la quota destinata al mantenimento potrebbe salire a circa il 40% del reddito, situandosi quindi tra i 480 e i 640 €.
  3. Nel caso di tre figli, l’importo dedicato al loro sostentamento potrebbe raggiungere il 50% del reddito, variando tra i 600 e gli 800 €.

Queste cifre rappresentano una guida generale, ma è fondamentale che ogni decisione sia calibrata sulle specifiche esigenze dei minori e sulla situazione finanziaria dei genitori, per garantire il benessere dei figli e mantenere, per quanto possibile, uno standard di vita simile a quello che avevano prima della separazione dei genitori. La flessibilità e l’adattamento ai casi singoli sono cruciali in queste valutazioni, affinché sia assicurato un equilibrio giusto e sostenibile per tutte le parti coinvolte.

 Ipotesi di coniugi con figli con assegno di mantenimento alla moglie

Nel contesto di separazioni o divorzi dove il coniuge che ha la custodia dei figli minori e si vede assegnata l’abitazione coniugale riceve anche un assegno per il proprio mantenimento, è essenziale bilanciare i criteri di liquidazione tenendo conto delle necessità del coniuge obbligato, il quale potrebbe dover affrontare spese significative per garantirsi un’altra sistemazione abitativa. In queste circostanze, la determinazione dell’assegno di mantenimento per i figli deve essere attentamente ponderata per assicurare che tutte le parti coinvolte possano gestire i propri bisogni finanziari senza eccessive difficoltà.

Di seguito, alcuni parametri guida per la liquidazione dell’assegno di mantenimento dei figli, in relazione al numero di figli e al reddito del coniuge non custode:

  1. Con un figlio, l’assegno potrebbe corrispondere a circa 1/5 del reddito, con un range che varia da 240 a 320 €.
  2. Con due figli, l’importo dell’assegno di mantenimento potrebbe essere stabilito intorno a 1/3 del reddito, oscillando quindi tra i 400 e i 535 €.
  3. Nel caso di tre figli, l’assegno può essere fissato a circa 2/5 del reddito, variando tra 480 e 640 €.

È fondamentale sottolineare che questi valori servono come punto di partenza e devono essere adeguati tenendo conto del mantenimento già previsto per il coniuge assegnatario, oltre che delle specifiche esigenze e delle risorse di entrambi i genitori. L’obiettivo è assicurare che il sostegno fornito ai figli sia equo e sufficiente a coprire le loro necessità, mantenendo al tempo stesso un equilibrio finanziario tra i genitori.

Queste linee guida sono applicabili anche in contesti di reddito più elevato, dove l’adeguamento dei parametri dovrà riflettere le capacità finanziarie maggiori dei genitori, garantendo sempre il benessere dei figli come priorità assoluta.

 Il calcolo nel procedimento di divorzio

Le distinzioni tra l’assegno di mantenimento e l’assegno divorzile sono fondamentali per comprendere le dinamiche finanziarie che intercorrono tra ex coniugi a seguito di una separazione o di un divorzio. Queste differenze sono radicate in criteri quali il tempo, il diritto alla percezione, la quantificazione dell’assegno, e la sua durata. Vediamo di delineare questi concetti con maggiore chiarezza:

Temporalità

Assegno di mantenimento: Questo assegno opera nel lasso di tempo che va dalla dichiarazione di separazione fino al momento in cui il divorzio diventa ufficiale. Serve come un ponte finanziario durante questo periodo di transizione.

Assegno divorzile: Entra in gioco dal giorno in cui il divorzio è formalmente dichiarato, sostituendo l’assegno di mantenimento e segnando una nuova fase finanziaria tra gli ex coniugi.

Diritto alla Percezione

Assegno di mantenimento: Spetta di diritto in caso di disparità economica tra i due ex partner, indipendentemente dalle specifiche circostanze personali.

Assegno divorzile: La sua erogazione è condizionata dalla capacità del coniuge richiedente di sostenersi autonomamente, considerando cause al di là della sua volontà che ne limitano l’autosufficienza economica.

Quantificazione

Assegno di mantenimento: mira a preservare il tenore di vita goduto durante il matrimonio, potendo quindi riflettere una somma più sostanziosa per mantenere un equilibrio economico tra i coniugi.

Assegno divorzile: è calcolato sulla base dell’autosufficienza economica del coniuge beneficiario, tendendo a essere inferiore all’assegno di mantenimento data la focalizzazione non sulla parità di tenore di vita ma sull’autonomia finanziaria.

Durata

Assegno di mantenimento: la sua validità termina con la dichiarazione di divorzio, momento in cui le condizioni finanziarie tra i coniugi vengono rinegoziate.

Assegno divorzile: la sua erogazione può essere interrotta se l’ex coniuge beneficiario si risposa, inizia una convivenza stabile con un’altra persona, o non dimostra di impegnarsi attivamente nella ricerca di un’occupazione, se in grado. In mancanza di queste condizioni, può potenzialmente proseguire fino alla morte del beneficiario.

Nell’ambito delle procedure di divorzio, è cruciale riconoscere le distinzioni fondamentali tra quest’ultimo e la separazione, specialmente per quanto riguarda la regolamentazione degli assegni di mantenimento. La legge sul divorzio stabilisce criteri specifici che devono essere considerati attentamente, tenendo conto che il divorzio segue spesso una separazione non remota nel tempo, rendendo le decisioni prese in quella fase ancora estremamente rilevanti.

Frequentemente, i tribunali, nei provvedimenti provvisori, tendono a confermare le modalità di mantenimento stabilite in fase di separazione, anche se è fondamentale sottolineare che la determinazione dell’assegno di mantenimento in caso di divorzio opera indipendentemente dalle decisioni patrimoniali prese durante la separazione. Quindi quando si andrà ad affrontare il divorzio le regole per la determinazione dell’assegno divorzile cambiano rispetto alla separazione e si dovrà procedere ad una fase probatoria più specifica volta a dimostrare i tre elementi che compongono l’assegno divorzile e cioè la funzione compensativa e perequativa e quella assistenziale ove per funzione compensativa si intende il sacrificio fatto da un coniuge nell’interesse della famiglia (ad esempio moglie casalinga che si è occupata della casa e dei figli facendo risparmiare spese di baby sitter, donne delle pulizie e permettendo al marito di farsi una carriera).

 Tabelle di calcolo

Esaminiamo alcuni scenari ipotetici per chiarire come potrebbero essere calcolati gli assegni di mantenimento per il coniuge e per i figli in diverse situazioni

 

MOGLIE CASALINGA PRIVA DI REDDITO

Con assegnazione casa coniugale Senza assegnazione casa familiare Con assegnazione casa + 1 figlio
Marito: 1600 euro mensili Reddito netto del marito 1600 euro – 400 euro (canone locazione) = 1200 euro netti 1600 euro Reddito netto 1600 euro – 400 euro per canone locazione = 1200 euro netti
Moglie senza reddito Assegno per moglie= 1200/4 = 300 mensili Assegno per moglie= 1600/3=530 euro Assegno moglie =300 euro + assegno figlio 250 euro. Totale 550 euro

 

MOGLIE CASALINGA PRIVA DI REDDITO CON 2 o 3 FIGLI

Con assegnazione casa coniugale e 2 figli Con assegnazione casa + 3 o più figli
Marito: 1600 euro mensili Reddito netto del marito 1600 euro – 400 euro (canone locazione) = 1200 euro netti Reddito netto 1600 euro – 400 euro per canone locazione = 1200 euro netti
Moglie senza reddito Assegno per moglie= 250 euro + assegno ai due figli euro 400. Totale euro 650 mensili Assegno moglie =230 euro + assegno ai tre figli euro 500. Totale 730 euro mensili.

 

MOGLIE CON REDDITO DI LAVORO PART TIME

Con assegnazione casa coniugale senza figli Senza Assegnazione casa coniugale e senza figli Con assegnazione casa familiare ed 1 figlio
Marito: 1600 euro mensili Reddito del marito al netto dello stipendio della moglie e del canone di locazione di 400 euro = 750 mensili Reddito del marito al netto dello stipendio della moglie = 1600 – 450 euro = 1150 euro Reddito del marito al netto dello stipendio della moglie e dell’ipotetico canone di locazione di 400 euro = 750 euro
Moglie senza reddito Assegno per moglie= 759/4 = 190 euro mensili Mantenimento mensile alla moglie = 1150 euro /3 = 385 euro mensili Assegno alla moglie al coniuge euro 190 mensili+ mantenimento mensile figlio euro 160 euro. Totale euro 350 mensili

 

MOGLIE CON REDDITO DI LAVORO PART TIME e 2 o 3 figli

Con assegnazione casa coniugale e 2 figli Con assegnazione casa familiare e 3 o + figli
Marito: 1600 euro mensili Reddito del marito al netto dello stipendio della moglie e del canone di locazione di 400 euro = 750 mensili Reddito del marito al netto dello stipendio della moglie e dell’ipotetico canone di locazione di 400 euro = 750 euro
Moglie senza reddito Assegno per moglie= 190 euro mensili + assegno per i 2 figli = 256 euro. Totale euro 446 euro mensili Assegno alla moglie al coniuge euro 175 mensili+ mantenimento mensile figli euro 345euro. Totale euro 520 mensili

 

Risposte alle domande più frequenti

Cosa è l’Assegno di Mantenimento?

L’assegno di mantenimento è un supporto finanziario concesso in caso di separazione, volto a preservare il livello di vita del coniuge che non dispone di sufficienti risorse economiche proprie e che non è in grado di provvedersi autonomamente per cause oggettive. La sua funzione è quella di evitare un crollo repentino dello standard di vita del coniuge meno abbiente immediatamente dopo la separazione.

Cos’è l’Assegno Divorzile?

L’assegno divorzile è determinato al momento del divorzio e mira a garantire che il coniuge in condizione di svantaggio economico possa raggiungere un grado di indipendenza finanziaria. Più che al sostentamento quotidiano, questo assegno punta a compensare le disuguaglianze economiche che emergono alla fine del matrimonio, tenendo conto della durata di quest’ultimo e del contributo di ciascun coniuge alla vita familiare e al patrimonio comune.

In quali casi l’Assegno Divorzile è Dovuto?

L’assegno divorzile è garantito anche in situazioni di autosufficienza economica del coniuge richiedente, qualora quest’ultimo abbia limitato le proprie opportunità lavorative e di carriera per dedicarsi alla famiglia, anche in maniera parziale.

Quando sono Esclusi l’Assegno di Mantenimento e l’Assegno Divorzile?

Entrambe le forme di sostegno economico sono negate in caso di violazione dei doveri matrimoniali, quali la fedeltà, la coabitazione, il supporto morale e materiale reciproco, il contributo alle necessità familiari e la protezione dell’integrità fisica del partner.

Quali Criteri Determinano l’Assegno di Mantenimento e l’Assegno Divorzile?

La quantificazione e la durata degli assegni sono stabilite considerando diversi fattori, come le condizioni economiche di entrambi i coniugi, la durata del matrimonio, l’età, lo stato di salute e la capacità di reintegrazione nel mercato del lavoro del coniuge beneficiario. La potenziale economicità del beneficiario e l’assegnazione della casa coniugale, soprattutto se ci sono figli coinvolti, sono elementi chiave nella determinazione dell’importo.

Gli Assegni sono Automaticamente Dovuti?

No, sia per l’assegno di mantenimento che per quello divorzile, la necessità deve essere dimostrata. Non c’è automaticità nella loro concessione; è fondamentale evidenziare l’effettiva necessità di sostegno del coniuge richiedente e la capacità economica dell’altro di fornirlo.

Quali sono le Principali Differenze?

Le principali distinzioni tra i due tipi di assegni risiedono nei presupposti di concessione, nella durata e nella funzione:

Presupposti: L’assegno di mantenimento si basa sulla disparità economica e sul tenore di vita condiviso durante il matrimonio. L’assegno divorzile, invece, è legato all’impossibilità del coniuge richiedente di mantenere autonomamente sé stesso.

Durata: L’assegno di mantenimento è temporaneo, cessando con il nuovo matrimonio, la convivenza more uxorio del beneficiario, o il raggiungimento dell’autosufficienza. L’assegno divorzile ha una durata potenzialmente illimitata, a meno di cambiamenti significativi nelle condizioni economiche.

Funzione: L’assegno di mantenimento mira a preservare il precedente tenore di vita. L’assegno divorzile, al contrario, cerca di correggere squilibri economici post-divorzio.

 Verso una Nuova Frontiera nel Calcolo dell’Assegno di Mantenimento

Siamo arrivati alla fine di questa guida pratica per la determinazione dell’assegno di mantenimento, armati di numeri, formule e casi studio che hanno illuminato il complesso processo dietro al calcolo dell’assegno di mantenimento.

Ti ho svelato le logiche e le variabili che influenzano tali decisioni nei Tribunali acquisite in anni di esperienza, offrendoti gli strumenti per affrontare con maggiore consapevolezza e preparazione le sfide poste da una separazione o un divorzio.

Ma il viaggio non termina qui. La personalizzazione e la precisione sono fondamentali in un ambito tanto delicato quanto variabile qual è quello della separazione e della determinazione dell’assegno di mantenimento.

Ogni famiglia è un universo a sé, con esigenze, storie e dinamiche che richiedono un’attenzione su misura.

È qui che il nostro percorso può spingersi ancora più in profondità, esplorando territori ancora inesplorati del calcolo dell’assegno di mantenimento.

La vera magia si manifesta quando la teoria incontra la pratica più avanzata, tramite l’uso di strumenti all’avanguardia che elevano il nostro approccio a nuovi livelli di precisione e personalizzazione. Parliamo di un programma di calcolo scientifico che viene utilizzato anche nei tribunali per fornire un fondamento solido ai calcoli presentati.

Questo strumento non è solo un compagno affidabile ma è anche un baluardo contro le ingiuste pretese e le richieste esose che troppo spesso emergono in situazioni di conflitto. Con esso, possiamo argomentare dinanzi al giudice, presentando calcoli che non solo rispecchiano un criterio di giustizia ed equità, ma che sono anche solidamente ancorati a principi scientifici e matematici.

La domanda allora sorge spontanea: siete pronti a portare il vostro caso al livello successivo?

Se la risposta è sì Ti invito a contattarmi per un calcolo personalizzato attraverso questo strumento in dotazione al mio studio: potrai così avere un calcolo scientifico sulla determinazione dell’assegno di mantenimento che potrai spendere dinanzi al Tribunale di Tua competenza.

Il nostro viaggio insieme potrebbe sembrare giunto al termine, ma in realtà, è solo l’inizio di una nuova e promettente fase. Una fase in cui non dovrete più navigare da soli in quanto sono qui per guidarti per superare questa difficile fase della Tua e porre le basi per una nuova vita.

Tutto ciò che devi fare è semplicemente contattarmi scrivendomi a  [email protected]

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