Secondo l’articolo 1406 del codice civile ciascuna parte può sostituire a sé un terzo nei rapporti derivanti dal contratto con prestazioni corrispettive, se in queste non sono state ancora eseguite e sempre che l’altra parte vi consenta. Con la cessione del contratto si trasmettono tutte queste ragioni giuridiche attive passive che venivano alle parti in virtù della conclusione del contratto. La cessione del contratto, che comporta la sostituzione di uno dei contraenti con l’altro, presuppone che l’oggetto dell’obbligazione rimane immutato.
È possibile modificare marginalmente alcuni aspetti del contratto, ma ciò, deve appunto riguardare solo aspetti marginali in quanto gli elementi essenziali del contratto debbono rimanere invariati. È possibile invece inserire obbligazioni aggiuntive purché le stesse abbiano oggetto diverso da quello del contratto ceduto, non siano con esso in contrasto e non alterino l’equilibrio tra prestazioni originarie e principali. Possono essere ceduti o tre contratti a prestazioni corrispettive anche contratti unilaterali cioè quei contrasti tra cui l’obbligazione e/o prestazione è posta a carico di una sola delle parti. La cessione importa la sostituzione del soggetto del rapporto giuridico ancora compiersi ed è perciò necessario il consenso del contraente ceduto. Ciò si giustifica in quanto nei contratti spesso entra in gioco anche l’aspetto personale dei contraenti; pensiamo ad esempio al caso in cui il Tizio stipuli un contratto con Caio perché fiducioso nelle sue capacità professionali. Ovvio che segretario scende il contratto a Sempronio, inizio a una diritto di recedere dal contratto o negare il consenso alla cessione in quanto il subentrante potrebbe non garantire le stesse credenziali del primo contraente.
