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L’assegno di mantenimento non si riduce anche se il padre deve sostenere costi per percorrere i diversi km che lo separano dal figlio

 

L’importo del mantenimento nell’affido condiviso non si riduce anche se l’onerato lamenta i costi dovuti alle visite al minore collocato presso l’ex partner che vive, nel caso in specie, a 600 Km di distanza. È ciò che stabilisce la sentenza 9277/10, emessa dalla prima sezione civile della Cassazione .

Nel caso in esame , la madre risiedeva con il figlio a Prato mentre il padre abitava a Foggia. La Corte d’appello dimuniva l’importo del contributo mensile posto a carico del padre da 500 a 350 euro proprio in virtù dei costi degli spostamenti che il padre doveva fare per vedere suo figlio.La madre proponeva, avverso la sentenza di appello, ricorso in cassazione ottenendo ragione. Infatti la Suprema Corte ha sottolineato come nel caso de quo non era sufficiente la valutazione fatta dalla Corte di Appello fondata solo solo sui maggiori oneri che il padre deve sostenere per visitare il figlio in una città lontana. Infatti non era stato considerato dai giudici di secondo grado che l’onerato disponeva di buone entrate ( titolare con la famiglia di due bar, in tutto hanno dieci dipendenti): è la legge, infatti, a imporre che ciascun genitore contribuisca a mantenere il figlio in proporzione al suo reddito . Per valutare la proporzionalità del mantenimento in relazione al reddito, il giudice deve valutare: le esigenze attuali del figlio; il tenore di vita goduto in costanza di convivenza con entrambi i genitori; le risorse economiche del padre e della madre, valutando i tempi di permanenza del figlio presso ciascuno di loro e il valore dei compiti domestici e di cura svolti da ognuno.

 

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