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Malasanità : il medico che non prescrive gli esami risponde di omicidio colposo

Le morti provocate da cattive o mancate diagnosi non si contano oramai più. Si rischia di andare all’ospedale per una malattia guaribile, se presa in tempo, e trovarsi dopo pochi mesi all’obitorio solo a causa della noncuranza di alcuni medici “faciloni”. La Cassazione è tornata sul tema con la sentenza del 06 ottobre 2011, IV Sez.Penale. Nel caso di specie una paziente era morta per un aneurisma cerebrale e solo un miracolo avrebbe potuto far capire la gravità della situazione al neurologo.  Questo è quello che emerge dalla perizia prodotta agli atti. I forti mal di testa della ragazza, arrivata in ospedale in braccio al padre erano campanelli d’allarme che potevano far preventivare un aneurisma. Quindi la domanda è se lo specialista doveva accorgersi o meno di quello che stava accadendo. Indipendentemente da questo, però, lo specialista non prescriveva alla paziente gli esami del caso anche se solo l’angiografia d’urgenza avrebbe consentito di individuare l’anaeurisma.  Ma l’evento si sarebbe verificato ugualmente anche se tutti gli esami del caso fossero stati fatti? E’ questa la domanda a cui la difesa dello specialista risponde affermativamente a cui si deve rispondere in quanto inutile è obiettare che la paziente presentava uno stato asintomatico tale che con la richiesta d’urgenza di esami diagnostici si sarebbe comunque sempre arrivati tardi e non si sarebbe potuto salvare la paziente. C’è però da dire che tali analisi, se prescritte, avrebbero potuto essere eseguite in ambulatori privati più celeri rispetto al servizio sanitario nazionale. Magari, in questo caso, la ragazza sarebbe ancora in vita. La Cassazione ha ritenuto la sentenza d’appello non condivisibile annullandola con rinvio e sarà quindi tale giudice a dover stabilire se il medico o meno possa essere ritenuto responsabile di omicidio colposo.

Sta di fatto che una ragazza che forse si poteva salvare è morta.

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