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Ritardo del volo e risarcimento del danno esistenziale.

Voli low cost, certamente convenienti ma anche non sicuri in termini di puntualità e se poi si prenotano sotto le feste, la situazione certamente non può che essere altamente a rischio. Ed ‘ così che il passeggero che doveva passare le feste con i suoi non le potrà trascorrere in quanto il volo è in gran ritardo con conseguente danno di cui la compagnia non potrà andare esente. Infatti quest’ultima  sarà costretta a risarcire il passeggero (anche) del danno non patrimoniale a causa del decollo tardivo che ha impedito all’utente di trascorrere in famiglia la festa comandata oltre il danno patrimoniale subito. Certo non si tratterà di risarcimenti stratosferici aggirandosi gli stessi nell’ordine di 500 euro ( ma ovviamente non si può generalizzare essendo ogni caso un caso a sé) . Il caso trattato riguardava una persona che alla vigilia di Natale  si presenta al check in: ha fretta di rientrare a Cagliari, ma c’è tutto il tempo. Al banco accettazione, però, c’è un guasto al terminale: il biglietto fatto su Internet è regolare, ma risulta impossibile rilasciare una carta d’imbarco valida come titolo di viaggio, che dunque serve solo a superare i controlli e restare nell’area in attesa di un ticket che abiliti il passeggero a salire sull’aereo. Ma il volo previsto è stracarico e parte senza l’utente, dirottato sul collegamento successivo delle ore  21: troppo tardi per partecipare alla cena con i parenti in Sardegna. Insomma, in base alle norme Ue, per il disservizio scatta una compensazione pecuniaria di 250 euro, più le spese documentate di 14,70, per i generi di conforto acquistati in attesa del decollo tardivo, visto che la compagnia non rilascia un buono pasto. Inoltre, però, vi è il c.d. danno esistenziale che viene liquidato, in questo caso, in via equitativa in una somma pari a 200 euro. Trattenuto più del dovuto all’aeroporto, il viaggiatore è privato della gioia di trascorrere la festa comandata con i suoi cari: tipico danno non patrimoniale. Non trova invece ingresso la domanda di ristoro per l’impossibilità di partecipare alla messa di mezzanotte, che non è direttamente riconducibile direttamente al mancato imbarco: nessuna «compressione della libertà religiosa» si configura ai danni del viaggiatore, che pure si dichiara fervente cattolico ma che nella disgrazia avrebbe comunque potuto prendere la messa in altro luogo.

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