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Auto usate: attenti al trucco!

In momenti di crisi è normale guardare al mercato dell’usato soprattutto a quello automobilistico. Bisogna stare attenti, però, ai furbetti che manomettono il contachilometri facendoci credere di comperare una vettura semi-nuova quando in realtà la stessa ha già macinato diversi km. E’ quello che è accaduto a Nuovolari ( nome ovviamente di fantasia) il quale si è accorto della manomissione del contachilometri e ha fatto causa al rivenditore. La questione è poi approdata in cassazione la quale, con sentenza n. 734/12, ha detto sì alla riduzione del prezzo ma non alla risoluzione del contratto di compravendita dell’auto usata: il discreto stato d’uso del  veicolo salva da conseguenze peggiori il concessionario, che pure è intervenuto sugli strumenti della vettura per nascondere le notevoli distanze percorse dal precedente proprietario della macchina.

La risoluzione del contratto è un rimedio escluso dal codice del consumo quando il difetto di conformità del bene acquistato risulta di lieve entità. Nel caso in esame il concessionario riesce quindi ad evitare la restituzione dell’intero importo incassato perché il compratore ha continuato a utilizzare la macchina senza andare incontro a particolari problemi. Resta la responsabilità di aver “scaricato” il contachilometri di oltre la metà (65 mila km contro i 140 mila effettivamente percorsi): il concessionario dovrà dunque restituire all’acquirente la differenza rispetto all’importo incassato in base alle quotazioni del veicolo all’epoca dei fatti riportate dal settimanale “Quattroruote”. Nella compravendita dell’auto usata il chilometraggio costituisce un elemento importante della descrizione del bene: è un chiaro sintomo dello stato d’usura del mezzo e delle aspettative che, in termini di prestazione, l’acquirente può avere sullo sfruttamento residuo del bene e dei costi eventualmente necessari a mantenere il veicolo in esercizio. Onestamente la sentenza non ci trova tanto d’accordo in quanto elemento essenziale del contratto è l’oggetto in questo caso falsato rispetto a quello che si voleva effettivamente acquistare. Quindi, a parer nostro, il contratto doveva essere dichiarato nullo ma è anche vero che una conoscenza esatta degli atti ci avrebbe potuto chiarire maggiormente le idee. Sta di fatto che dimezzare artificiosamente il contachilometri non è questione irrilevante e tale comportamento è così grave da rilevare anche sul piano penale.

 

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