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Multe col trucco!

Il controllo logistico delle violazioni per eccesso di velocità tramite gli apparecchi fissi è consentito solo se ricorrono determinati presupposti riguardanti la via in cui dette apparecchiature debbono essere posizionate.Prima di tutto la strada non deve essere urbana ed in secondo luogo ci vuole l’autorizzazione del prefetto. I vari Comuni si sono quindi trovati dinanzi a questo ostacolo da superare visto che le casse comunali sono ben alimentate dalla quantità enorme di multe che vengono comminate annualmente. In poche parole la multa che dovrebbe essere una sanzione per aver violato una norma, in questo caso, inerente la sicurezza diviene solo un modo per spillare i soldi ai cittadini. Ed ecco allora che fatta la legge trovato l’inganno : i Comuni iniziano così a riclassificare i viali di circonvallazione come strada urbane di scorrimento ed ecco che il problema è superato. Convincere poi il Prefetto è veramente un gioco da ragazzi in quanto tutto viene fatto sotto la bandiera della sicurezza e i dati sugli incidenti certamente sono un bell’argomento di convinzione. Ed è così che lungo alcune strade spuntano gli autobox, scatole metalliche che custodiscono gli autovelox fissi automatici. Le multe iniziano a fioccare ed il Comune visse felice e contento anche perché se gli automobilisti hanno il piede pesante è solo colpa loro. Vero! Ma si può in nome della sicurezza far rispettare la legge, raggirandola? Secondo alcuni giudice di pace no, perché non ricorrono le condizioni minime previste dal codice della strada per considerare certe strade “urbane di scorrimento”: le multe sono quindi illegittime.Massimo Mattei, assessore alla mobilità del Comune di Firenze si giustifica dicendo ” avevamo un grave problema di velocità in città, la gente andava troppo forte. Mi fa ridere che si attacchi l’amministrazione se non fa nulla contro gli incidenti e poi la si attacchi ancora se per ridurre gli incidenti mette gli autovelox”Certo! Se però il Comune li mette dove non si può non si capisce perché l’automobilista che viola la norma viene sanzionato mentre se la viola il Comune , invece, questi ci guadagna anche. Tra l’altro il giochino è anche aiutato dalla mala giustizia italiana in quanto la maggior parte degli automobilisti che ricevono una sanzione bassa ( si pensi che la sanzione è di euro 39,00 se non si supera il limite di oltre 10 km) non si mette certamente a fare un ricorso al giudice di pace dove per proporlo dovrà pagare 38 euro di contributo unificato che difficilmente si vedrà restituire in caso di vittoria: le classiche truffe legalizzate italiane sbandierate in nome della giustizia e della sicurezza ove il cittadino rimane inerme a subire.

Altra questione è poi quella delle multe fantasma, come si stanno verificando a Napoli e Roma. In pratica l’automobilista riceve una multa da una città in cui la loro vettura non ha mai circolato.Ad oggi, nonostante il fenomeno risalga agli anni 2000, non si è riusciti a capire il motivo né le varie amministrazioni hanno mai dato una spiegazione : forse che ci provino a vedere se qualcuno poi alla fine paga ugualmente? Bè, non vogliamo certamente pensare male per forza ma un vecchio detto diceva ” a pensare male si fa peccato ma spesso si indovina”. Il portavoce dei vigili urbani di Roma, Massimo Gro dice che vi sono diverse ipotesi : ” Si va dall’errore umano alla clonazione di targhe. In questi causi la cosa migliore è fare ricorso al prefetto. del resto, la burocrazia non la inventiamo noi”. Facile conclusione per una città come Roma che ogni anno produce 1,1 milioni di verbali di cui oltre la metà inviati ad automobilisti non romani : nel 2011 il Comune di Roma ha incassato dalle contravvenzione la cifra di 98 milioni di euro. Ed anche il consiglio di ricorrere al prefetto è errato in quanto , in tali casi, la sanzione verrà quasi sempre confermata con il raddoppio. Sicuramente meglio è ricorrere al giudice di pace.

Una cosa è certa! Tutto ciò è sicuramente vergognoso, non trovate?

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